Sottostante alla  Chiesa di San Giovanni Battista nel centro del paese si trova l’oratorio del Santissimo Rosario e vi si accede tramite un vicolo al fianco della Chiesa.

L’oratorio del Santissimo Rosario, si presenta interamente decorato dalle Storie della Vergine e di Cristo; parte del decoro si snoda (nello spazio soprastante le due panche in legno poste lungo le pareti), partendo dalla sinistra del riguardante e seguendo il perimetro del locale. Ogni scena è istoriata in un singolo riquadro e ornata da una preziosa quadratura di colonnine a decoro geometrico che divide ogni scena, mentre, un pannello in finto  marmo  funge da basamento ad ogni opera.

Le Storie sono interrotte, al centro della parete di fondo, da un piccolo altare, a sua volta inquadrato dalle monofore laterali, con l’affresco principale dedicato alla Crocifissione.

La mappa iconografica della volta segue un asse centrale con tre rappresentazioni portanti a partire dall’ingresso dell’edificio: L’adorazione del calice, Il Padre Eterno in gloria, La Madonna del Rosario con bambino e i Santi Francesco e Caterina. I tre riquadri sono adornati da un contesto di decori a grottesca, con putti e ornamenti a foglia.

Gli affreschi furono resi visitabili al pubblico negli anni a seguire durante alcune manifestazioni locali ma purtroppo erano rimasti danneggiati per l’incuria di troppo tempo.

Polvere, fumi di candela, umidità , salnitro rendevano urgente un accurato lavoro di restauro.

Nel giugno 2007 sono iniziati i lavori finanziati da un contributo arrivato inaspettato dal Ministero dei Beni Culturali. Il restauro è stato reso possibile grazie anche alla Curia Vescovile e all’interessamento della Dott.ssa Maria Cristina Masdea.

Sono stati capillari gli interventi di consolidamento all’intonaco che si stava staccando, ricostruite e ridisegnate dove possibile  le parti mancanti, un particolare intervento di intonacatura ha reso la stanza degli affreschi allo stato attuale.

Anticamente nell’Oratorio vi era sul lato sinistro dell’entrata una pila in pietra a forma di conchiglia che è stata rimossa e dispersa in epoca passata. In fondo alla stanza vi è un altare. La stanza è corredata di quattro lanterne processionali finemente lavorate e anch’esse per l’occasione restaurate. Alle pareti sono fissate le originali panche.

La stanza è interamente affrescata sia sui lati che sulla volta e si compone di 15 specchi laterali raffiguranti i 15 misteri del S.S. Rosario.

Nel primo riquadro l’Annunciazione con la presenza dell’Arcangelo Gabriele al cospetto della Madonna vestita di rosso con manto celeste.

Nel secondo riquadro abbiamo la visite di Maria alla cugina Elisabetta, raffigurata nella sua avanzata età.

Nel terzo riquadro abbiamo la nascita di Gesù come in una tradizionale raffigurazione di presepe.

A seguire possiamo riconoscere la presentazione di Gesù, Gesù che parla al tempio, Gesù nell’orto degli ulivi e la flagellazione.

Nella parte centrale davanti all’entrata, sopra un rudimentale altare in pietra è raffigurato Gesù in croce con Maria e S. Giovanni apostolo ai piedi.

Passando al lato destro della cappella troviamo:

  • L’Incoronazione di spine.
  • La Via Crucis, in cui si nota la Veronica con il cencio in cui rimase impressa l’immagine di Cristo.
  • La Resurrezione.
  • L’Ascensione.
  • La discesa dello Spirito  Santo sopra Maria, nella figura centrale, e gli apostoli.
  • L’Ascensione di Maria
  • L’Assunzione in cielo di Maria.

Fino agli inizi del ‘900 l’oratorio era sede della Compagnia del S.S. Rosario, accorpata poi intorno agli anni ’80 nella Misericordia di Castelvecchio.
La compagnia aveva molteplici attività  tutte legate alle funzioni religiose:
vi erano gli addetti a portare arredi sacri durante le processioni, chi vegliava i morti, chi doveva portare la bara ai  funerali,ci si adoperava in atti di solidarietà ,  chi doveva aiutare il Pievano nelle sue funzioni. Durante la Settimana Santa veniva allestito nell’Oratorio il Santo Sepolcro. L’altare veniva addobbato con le cosiddette “vescie” ovvero vasi in cui era stato seminato il grano e tenuto al buio durante la germinazione. Si veniva a creare uno spettacolare effetto a cascata dove era esposta L’Eucarestia.
Veniva stilata una lista di persone che doveva vigilare per quaranta ore consecutive il Tabernacolo,  dal Giovedì Santo al Venerdì.  Vi  erano turni di due persone,  di giorno le donne e la notte gli  uomini. Si racconta nelle memorie dei vecchi del paese che spesse volte le nottate, che erano lunghe e noiose, venivano  “ravvivate” dal fiasco di vino che veniva introdotto nel Sepolcro tramite una piccola finestra che collegava l’oratorio con la stanza attigua. In alcuni riquadri sono presenti nomi incisi di paesani che lasciavano  la loro firma a testimonianza della veglia, in tali scritte vi sono date risalenti agli inizi del ‘800 Quelle deturpazioni che oggi recano danno al patrimonio artistico in questo caso sono rimaste a testimonianza di storie del passato paesano
La tradizione del Sepolcro e’ andata persa dal momento in cui Castelvecchio non ha avuto più un pievano.
Ora che questo piccolo gioiello è stato ritrovato e recuperato ci vogliamo augurare che la storia e le tradizioni paesane abbiano ancora un seguito nella realtà  del nostro piccolo  paese e ci auguriamo possono essere trasmesse a tutti coloro che verranno a visitare questi luoghi.